Ravenna, con il suo straordinario tesoro artistico e culturale, attira turisti e appassionati d’arte da tutto il mondo.

Tre volte capitale di tre Imperi, l’impero romano d’Occidente, l’impero di Teodorico re dei Goti e l’Impero di Bisanzio in Europa, Ravenna conserva le tracce di questa gloriosa storia nei suoi battisteri e basiliche, che costituiscono il più ricco patrimonio dell’umanità di mosaici risalenti al V e VI secolo.

RAVENNA HA OTTO MONUMENTI INSERITI NELLA LISTA DEL PATRIMONIO MONDIALE DELL’UNESCO, A CUI SI AGGIUNGE LA TOBA DI DANTE ALIGHIERI, DOVE SONO CONSERVATE LE OSSA DEL SOMMO POETA.

 

Alcuni dei monumenti di Ravenna

Il Mausoleo di Galla Placidia

Avvicinandosi a questo piccolo edificio non si immagina che la semplicità dell’esterno nasconda in pochi metri quadrati così splendidi mosaici, i più antichi di Ravenna.

Fu l’imperatore Onorio (che trasferì nel 402 la capitale dell’ impero d’occidente da Milano a Ravenna) a volere questo mausoleo per dedicarlo alla sorella Galla Placidia. Il carattere funerario dell’edificio è confermato dal tema delle decorazioni musive, ovvero la vittoria della vita sulla morte, rappresentato da una serie di scene che si richiamano all’iconografia cristiana ed ellenistico-romana. Ma è il cielo stellato riprodotto sulla volta a colpire più di tutto la fantasia dei visitatori e a restare impresso per sempre negli occhi.

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Basilica di San Vitale

Questa basilica a forma ottagonale, consacrata nel 548 dall’arcivescovo Massimiano, è fra i monumenti più importanti dell’arte paleocristiana in Italia. Non solo per lo splendore dei suoi mosaici, ma anche per come gli influssi dell’arte orientale si fondono, nell’architettura e nelle decorazioni, alla tradizione occidentale.

I mosaici sono protagonisti assoluti della Basilica, a partire dalle magnifiche rappresentazioni della corte dell’imperatore Giustiniano e della moglie Teodora, ma la magia di San Vitale non si ferma qui. Basta osservare per esempio il pavimento, dove si possono notare una serie di cerchi concentrici con delle frecce: è un labirinto, spesso presente nelle chiese cristiane, e simbolo del percorso di uscita dal peccato verso la purificazione. Se volete provare a uscire dal labirinto, vi diamo un piccolo aiuto: si parte dal centro, il resto scopritelo voi.

Basilica Sant’Apollinare nuovo

Da non confondere con Sant’Apollinare in Classe che si trova fuori dal centro storico, a 8 km da Ravenna, la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo è stata così intitolata per differenziarla da un’altra chiesa cittadina che portava lo stesso nome.

Fatta costruire da Teodorico, proprio accanto al suo Palazzo – i cui resti sono tutt’ora visibili – questa Basilica ospita il più grande ciclo di mosaici del mondo. Le pareti della navata centrale sono divise in tre fasce di mosaici ben distinte: la fasci più alta racconta la vita di Cristo, quella centrale Santi e Profeti e mentre quella inferiore ritrae il famoso Palazzo di Teodorico. La cancellazione della figura dell’Imperatore e di altri personaggi, ricoperti da drappi bianchi, avviene nel momento in cui la basilica passa dal culto ariano (per cui era stata costruita) al culto cattolico. Sulla parete di fronte è ritratto il porto di Classe, uno dei più importanti del Mediterraneo ai tempi dell’Impero Romano

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Basilica di Sant’Apollinare in Classe a Ravenna

Tra le basiliche di Ravenna è quella più imponente e maestosa. I mosaici sfidano per bellezza quelli delle altre chiese della città e ritraggono Cristo circondato dai quattro evangelisti, mentre le pecore simboleggiano gli apostoli.

Il volto di Gesù compare al centro della Croce, in un tondo decorato con 99 stelle. Tutta la rappresentazione si svolge tra il cielo e l’incanto di un verde paesaggio paradisiaco ricco di rocce, alberi, fiori ed uccelli variopinti. Oggi la Basilica di Sant’Apollinare in Classe si trova a 8 km dal centro di Ravenna e a qualche chilometro dal mare, mentre quando venne costruita si trovava in riva al mare. Accanto alla basilica, infatti, ci sono gli scavi della grande area archeologica dell’antica città di Classe, sede della flotta romana nell’Adriatico.

Mausoleo-Tomba di Dante

Per molti è una sorpresa scoprire che la Tomba di Dante si trovi a Ravenna e non a Firenze. Dante morì a Ravenna durante il suo esilio e, nonostante i ripetuti tentativi di riportarlo nella città natale, è ancora qui.

I Francescani del vicino convento trafugarono e conservarono gelosamente le ossa di Dante per diversi secoli, opponendosi alla volontà di sovrani e papi di riportare le spoglie a Firenze. Furono sempre loro a salvarle dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Oggi a ricordare Firenze e la Toscana c’è la lampada votiva settecentesca alimentata con olio d’oliva degli appennini toscani, che viene donato ogni anno dalla città di Firenze, in una cerimonia che si svolge la seconda domenica di settembre.

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Battistero degli Ariani

Il Battistero degli Ariani di Ravenna fu costruito durante il regno di Teodorico, quando Ravenna era la capitale dell’Impero e l’arianesimo era religione ufficiale della corte.

L’arianesimo è sempre stato considerato un’eresia del Cristianesimo perché secondo la dottrina ariana Cristo era figlio di Dio, ma conservava la sua natura umana, ritenendo che solo attraverso il rito del battesimo la natura divina è stata comunicata a Cristo. I mosaici sulla volta di questo battistero celebrano proprio il battesimo di Cristo. A differenza del vicino Battistero degli Ortodossi, qui il giovane Cristo non viene rappresentato come proveniente da Oriente, ma si dirige verso oriente, diventando divino solo nel momento del battesimo. È un uomo, quindi non c’è “censura” sulla sua nudità, mentre è immerso nelle acque del Giordano e Giovanni Battista gli comunica il Battesimo. Dall’alto scende la colomba divina, ad irrorare con un soffio di luce, simbolo dello Spirito, il capo del Cristo.

Battistero Neoniano o degli Ortodossi

Il Battistero Neoniano fu la risposta cattolica (del vescovo Neone) all’eresia Ariana, che proprio in Ravenna aveva avuto il massimo splendore sotto il regno di Teodorico. Una contrapposizione che si ritrova anche nel Cristo raffigurato nel mosaico sotto la cupola, che a differenza di quello nel vicino Battistero degli Ariani viene da Oriente ed è divino anche prima del battesimo comunicatogli da Giovanni Battista e dalla colomba divina (gli ariani affermavano il contrario).

Si racconta che Carl Gustav Jung (il famoso psicologo) in un suo viaggio a Ravenna negli anni 30 vide nel Battistero Neoniano un mosaico che rappresentava Cristo mentre tende la mano a San Pietro che sta per affogare. Solo molto tempo dopo, quando cercò una foto del Battistero Neoniano, si accorse che quell’immagine non esisteva ed era stata il frutto della sua immaginazione. Jung usò quell’episodio per scrivere bellissime pagine sul rapporto tra inconscio e coscienza e di come anche l’immaginazione modifichi il modo in cui vediamo la realtà.

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